Censimento 2022: al via la nuova rilevazione

Pubblicato il 30 settembre 2022 • Avvisi , Comunicati Stampa

 
CENSIMENTO PERMANENTE DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI, AL VIA LA NUOVA RILEVAZIONE
Il Comune di Impruneta coinvolto con la rilevazione di lista delle famiglie che hanno ricevuto la lettera dall'Istat
 
Parte la nuova edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. La rilevazione proseguirà  fino al mese di dicembre e coinvolgerà  un campione di 1 milione 326.995 famiglie residenti in 2.531 comuni.
 
Il Censimento permette di conoscere le principali caratteristiche strutturali e socio-economiche della popolazione che dimora abitualmente in Italia, a livello nazionale, regionale e locale e di confrontarle con quelle del passato e degli altri Paesi.
 
Grazie all’integrazione dei dati raccolti dal Censimento – attraverso due diverse rilevazioni campionarie denominate “da Lista” e “Areale” – con quelli provenienti dalle fonti amministrative, l’Istat è in grado restituire informazioni continue e tempestive, rappresentative dell’intera popolazione, ma anche di garantire un forte contenimento dei costi e una riduzione del fastidio a carico delle famiglie.
 
La data di riferimento del Censimento è il 2 ottobre 2022, ossia le risposte ai quesiti inseriti nel questionario devono essere riferite a questa data. I primi risultati saranno invece diffusi a dicembre 2023.
 
Partecipare al Censimento, oltre a rappresentare un’importante opportunità, è un obbligo di legge, e la relativa violazione dell’obbligo di risposta prevede pertanto una sanzione.
 
TUTTO SUL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE EDIZIONE 2022
 
La storia e le evoluzioni fino al 2011
Il primo censimento risale ai tempi dell’Unità d’Italia, ed è datato 1861, e da allora, salvo rare eccezioni, le rilevazioni sono proseguite a cadenza decennale fino al 2011. Nel tempo sono state applicate però numerose e variegate modifiche (al significato dei termini, ai riferimenti territoriali, ai quesiti del questionario, allo spoglio e all’elaborazione dei dati).
 
Dai censimenti generali a quelli permanenti 
Dopo il 2011 si passa dai censimenti generali con cadenza decennale ai censimenti permanenti, della popolazione e delle unità economiche, svolti attraverso rilevazioni campionarie continue a cadenza annuale, biennale e triennale. Nello specifico, il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, avviato nel 2018, prevede due indagini campionarie annuali sul territorio: una basata sulle liste anagrafiche e l’altra su un campione areale di indirizzi. A queste indagini si affianca l’utilizzo di numerose fonti amministrative integrate che permettono di consolidare i risultati annuali riferiti alla totalità dei comuni italiani.
La pandemia e la fine del primo ciclo del Censimento permanente Nel 2020 le due rilevazioni sono state sospese per la pandemia ma, grazie al potenziale informativo proveniente dal sistema dei registri e dalle altre fonti amministrative, vengono comunque prodotte stime sulla consistenza della popolazione e sulle principali caratteristiche socioeconomiche.
 
Nel 2021 si conclude il primo ciclo del Censimento permanente della popolazione.
I “segnali di vita” amministrativi e i dettagli del nuovo ciclo Dal 2022 viene modificato il disegno complessivo del Censimento con l’ulteriore potenziamento dell’utilizzo di dati amministrativi. E l’adozione dei “segnali di vita” viene introdotta nel Piano Generale di Censimento del 2022.
I “segnali di vita” amministrativi si riferiscono ad attività svolte dagli individui desumibili dagli archivi amministrativi. Queste attività permettono di identificare chiaramente un periodo di tempo durevole (ad esempio, un anno) e un luogo (un comune) in cui si realizzano. Svolgere un lavoro autonomo o lavorare per un'impresa, essere un dipendente pubblico, avere un regolare contratto d'affitto annuale per una abitazione, frequentare una scuola o l'università sono esempi di segnali di vita amministrativi diretti.
Invece, si definiscono segnali di vita indiretti quelle situazioni, sempre desumibili dagli archivi amministrativi, che identificano uno status o una condizione, ad esempio essere percettori di reddito di cittadinanza o di una pensione di vecchiaia, oppure essere familiari a carico per i quali il dichiarante del reddito indica di avere a suo carico il coniuge, i figli o altro parente.
L’utilizzo integrato di fonti amministrative diverse da quelle anagrafiche e dei segnali di “presenza continua” sul territorio (oppure di presenza solo temporanea o addirittura assenza di segnali) consente di avere informazioni sulla dimora abituale in Italia degli individui e di misurare, attraverso la rilevazione Areale, la qualità del conteggio di popolazione.
 
Gli attori del censimento
Il Censimento permanente della Popolazione e delle abitazioni realizzato dall’Istat si sviluppa tramite una rete istituzionale che opera a livello nazionale, regionale e locale. Per quanto riguarda il primo livello, nazionale, l’Istat ha un ruolo di coordinamento e direzione, e crea un relativo piano generale, oltre all’elaborazione e alla validazione dei dati raccolti (per la trasmissione a Eurostat). A ciò si aggiunge la realizzazione di questionari e di materiali per la rilevazione. Il Ministero dell’Interno, invece, coordina le attività censuarie degli Uffici Provinciali di Censimento istituiti negli Uffici di Statistica delle Prefetture.
A livello regionale operano invece i Responsabili Istat Territoriali (RIT) che coordinano le attività dell’Ufficio Regionale di Censimento (URC) dell’Istat. In ambito URC viene monitorata la selezione e nomina dei coordinatori e dei rilevatori, e le operazioni censuarie, con relativo supporto agli Uffici Comunali di Censimento (UCC). Le sedi territoriali Istat vengono coadiuvate, laddove istituite, dalle Commissioni Tecniche Regionali.
A livello provinciale operano invece gli Uffici Provinciali di Censimento (UPC), nei relativi Uffici di Statistica delle Prefetture, per vigilare sul corretto svolgimento delle operazioni censuarie. 
L’ultimo livello locale, quello comunale, prevede la presenza degli Uffici Comunali di Censimento (UCC), che si occupando delle rilevazioni (e della relativa selezione di rilevatori e coordinatori). 
Costituiscono i Centri Comunali di Rilevazione (CCR) per l’assistenza ai rispondenti alla compilazione e, tra le varie mansioni, collaborano con Istat per l’accertamento delle violazioni dell'obbligo di risposta.
 
Obblighi, tutela dei dati e privacy
Amministrazioni, imprese e famiglie hanno l’obbligo di fornire i dati su richiesta delle autorità statistiche, con l’obiettivo di tutelare la qualità delle rilevazioni e produrre informazioni dotate
dei necessari requisiti di accuratezza.
L’art. 7 del D.lgs. 6 settembre 1989, n. 322 sancisce l’obbligo di risposta per tutte le amministrazioni, enti e organismi pubblici, mentre per i soggetti privati, l’obbligo di risposta si configura per le indagini presenti nel PSN (Programma statistico nazionale) vigente al momento dell’indagine, nei collegati elenchi delle rilevazioni con obbligo di risposta e per i lavori per i quali la mancata fornitura dei dati configura violazione dell’obbligo di risposta (sanzionata ai sensi degli artt. 7 e 11 del D.lgs 322/89 sopra citato, fatte salve le eccezioni previste dalla legge, Dati Sensibili, Dati Giudiziari). Il segreto statistico è tutelato dall’articolo 9 del citato D.lgs. 6 settembre 1989, n. 322. Esso
prevede che i dati raccolti nell'ambito di rilevazioni statistiche non possano essere esternati se non in forma aggregata - in modo che le persone che hanno fornito i propri dati non siano identificabili da alcun soggetto esterno, pubblico o privato, né da alcun ufficio della pubblica amministrazione - e che possano essere utilizzati solo per scopi statistici.
Il D.lgs. n. 196/2003, ovvero il Codice in materia di protezione dei dati personali, tutela, nel suo complesso, la gestione di dati personali e/o sensibili da parte di soggetti privati o enti pubblici, assicurando il rispetto dei diritti e delle libertà della persona.
Tale decreto specifica obblighi e doveri del titolare del trattamento dei dati personali, prevedendo, ad esempio, l’obbligo di fornire adeguata informativa ai rispondenti sul trattamento dei loro dati personali. Anche l’allegato A.4 del D.lgs. n. 196/2003 (Regole deontologiche per trattamenti a fini statistici o di ricerca scientifica effettuati nell’ambito del Sistema statistico nazionale) interessa lo svolgimento e l’uso dei dati.
A livello di normativa europea il riferimento è il Regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n.679/2016 (che, in quanto Regolamento, è obbligatorio e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri) relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati.
Il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e il Regolamento (UE) n. 679/2016 sopra citati definiscono le responsabilità del titolare del trattamento dei dati personali che, nel caso del Censimento, è l’Istat. Più in dettaglio sono responsabili del trattamento dei dati personali, per le operazioni di rispettiva competenza, il Direttore centrale dell’Istat per le Statistiche sociali e il Censimento della Popolazione e il Direttore centrale per la Raccolta dati, i responsabili degli Uffici Provinciali di Censimento, e degli Uffici Comunali di Censimento, che sono parte della rete territoriale del Censimento Permanente, nonché i referenti dei numeri verdi di assistenza ai rispondenti.
 
 
 
 
Fonte: ISTAT


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