IMPRUNETA SOTTERRANEA: la galleria filtrante dell’antico acquedotto imprunetino
Uno dei modi migliori per estrarre acqua di qualità da una collina o da una montagna, senza bisogno di pompe ma usando solo la gravità, è quello di scavare una galleria: un metodo conosciuto e utilizzato fin dall’antichità . Naturalmente la roccia deve avere una certa permeabilità (inutile scavare una galleria nelle argille adoperate per il cotto dell’Impruneta….), e prelevare l’acqua dal sottosuolo ha inoltre il vantaggio di sfruttare il potere depurativo della filtrazione che avviene attraverso le fratture e i pori della roccia.
I documenti ci dicono che la galleria è stata scavata nella metà del XIX secolo, ma non è dato sapere l’anno. Originariamente era lunga 103 metri: una parte dell’acqua intercettata veniva scaricata attraverso una fognatura nel borro dei Pini fuori dell’abitato, una parte alimentava la fontanella vicino al comune e il pozzo al centro della piazza Buondelmonti profondo 17 metri. Negli anni 1896-97 la galleria fu allungata di 33 metri per un totale di 136.
Rimane tuttora percorribile un tratto della galleria filtrante dell’antico acquedotto imprunetino, visitabile in alcune occasioni particolari come durante la Festa di San Luca.
IL PERCORSO - Si entra in galleria calandosi da un tombino di via Cavalleggeri. Dopo aver sceso una scala in ferro appositamente installata per circa 2,5 metri i visitatori (massimo 5 alla volta) vengono accompagnati, in totale sicurezza, da esperti che illustrano le caratteristiche e la storia della galleria. Dopo un primo tratto caratterizzato da una volta a botte in mattoni, la galleria si sviluppa interamente e senza alcun rivestimento nella roccia di origine vulcanica sottomarina contenente tra l'altro minerali di rame.
Sulle pareti sono visibili i segni degli attrezzi utilizzati per lo scavo. Lavisita riguarda quasi l'intero sviluppo della galleria e sarà possibile anche osservare un pozzetto di accumulo caratterizzato da acqua limpidissima. La galleria, totalmente illuminata, svolge ancora oggi la sua funzione filtrante, raccogliendo l'acqua del Monte di Sant'Antonio e convogliandola nella fontanella situata accanto al Comune. La canaletta alla base della galleria che raccoglie le acque di scolo è interrotta da tombini in pietra serena scalpellata a mano, proveniente dalle cave di Tavarnuzze, con ancora presente il carbone che serviva per la decantazione e per una blanda depurazione delle acque.